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I giovani e la previdenza integrativa

colleghi che parlano guardando un tablet

I temi dell’indagine

L’indagine, svolta a gennaio 2024, analizza il rapporto dei giovani italiani tra i 18 e i 35 anni con la previdenza, indagando, tra l’altro, la conoscenza del sistema attuale e il tema contributivo in prospettiva futura, per identificare alcuni gap conoscitivi su argomenti di natura economico-finanziaria.

La scarsa cultura finanziaria degli italiani è nota e l’argomento è da tempo oggetto di indagine, numerosi sono i documenti e diversi gli approcci presentati per diffondere una maggiore cultura finanziaria; tuttavia, l’educazione finanziaria sembra ancora limitata e i dati della ricerca confermano la necessità di ulteriore impegno in questo senso. In un contesto in cui si parla frequentemente di inflazione, di debito pubblico e di pensioni, è importante comprendere questi concetti e migliorare la relazione in generale con i temi economici, promuovendo una maggiore educazione finanziaria.

L’analisi ha sondato inizialmente la capacità di lettura di alcuni documenti contabili e approfondito successivamente gli aspetti legati alla previdenza.

Le scelte e l’educazione finanziaria dei giovani tra i 18 e i 35 anni

Gli under 30 prendono prevalentemente le decisioni sugli aspetti finanziari e assicurativi insieme agli altri familiari, ma con l’aumento dell’età aumenta anche l’indipendenza nelle scelte finanziarie, che restano tuttavia condivise in famiglia in circa la metà dei casi.

È emersa una buona capacità di comprensione di fatture e documenti contabili. L’estratto conto bancario è il documento ritenuto più chiaro e facilmente comprensibile rispetto a bollette di luce e gas, buste paga e polizza auto.

Per quanto riguarda la pensione, i giovani hanno aspettative negative sul proprio tenore di vita futuro: il 57% teme che la pensione non permetterà di condurre una vita dignitosa e, tra chi non si aspetta di smettere di lavorare, il 67% indica principalmente ragioni imputabili al sistema pensionistico.

C'è consapevolezza, anche se non molto elevata, sul corretto sistema di calcolo della pensione: il 56% risponde che le pensioni sono calcolate con il regime contributivo, ma uno su quattro non sa rispondere e un terzo non ne conosce il funzionamento.

Nonostante la percezione di fragilità del sistema pensionistico, un terzo dei giovani non ha mai pensato a strumenti pensionistici integrativi e il 45% ha scelto di non attivare un fondo pensione privato. Solo un giovane su cinque ha una pensione integrativa. Il possesso di un fondo pensione privato cresce con l’età, ma, anche con il crescere dell’età, rimane elevata la quota di chi, volutamente, ha deciso di non sottoscrivere un fondo pensione.

Il rapporto giovani e pensione integrativa

L'essere troppo giovani e la scarsa conoscenza sono i motivi principali per non avere strumenti pensionistici integrativi; tra gli under 24, il 65% ritiene di essere ancora troppo giovane per pensarci, i giovani tra i 25-29 anni pensano di non conoscerli abbastanza e preferiscono destinare le disponibilità economiche per l’acquisto della casa. Dai 30 anni, tuttavia, gli intervistati dichiarano di non poterselo permettere. Quando si è molto giovani si tende, quindi, a rimandare, poi lo spazio economico per la previdenza integrativa si scontra con vincoli di liquidità e si rimanda ancora.

Analizzando altre risposte emerge che la maggioranza dei giovani intervistati (58%) è per nulla o poco informata su alcuni temi finanziari (es. relazione tassi di interesse-inflazione, rapporto rischio-rendimento ecc.), solo il 13% è molto informato.

La ricerca evidenza una diffusa preoccupazione tra i giovani nei riguardi della pensione e della su integrazione, ma non tale da indurli ad attivarsi. Rimangono schiacciati sul presente, pensando di potersene occupare in un secondo momento. Il risparmio pensionistico entra nel mirino delle persone spesso troppo tardi, perdendo quindi occasioni di investimento di importi contenuti sul lungo periodo.

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